L'arte terapia per stranieri
- francescabovo
- 10 set 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 13 gen 2021

Tutti i momenti difficili della vita di un uomo come il cambiamento di paese, ma anche momenti di transizione, provocano angoscia e possibilità di rottura dell'equilibio interno.
Quando migriamo infatti l'incontro tra due lingue, tra il familiare e l'estraneo, tra se e l'altro, é tanto arricchente quanto destrutturante.
Arricchente perché l'incontro offre una possibilità di apertura al nuovo, di allargamento dei limiti, destrutturante perché la diversità é fonte di angoscia, di paura di non capire o di non essere compreso.
A volte diventa difficile trovare le parole giuste per nominare gli oggetti o i sentimenti e questo provoca un'enorme frustrazione. Inoltre tutti siamo confrontati all'imbarazzo che implica cominciare a parlare una nuova lingua, magari in età adulta.
Sentirsi stranieri puo' dunque portare a vivere questa situazione come una minaccia, che spinge a creare una corazza difensiva, invece che vivere quest'esperienza come un'apertua.
L'Arteterapia puo' aiutare a superare le difficoltà derivanti dalle differenze culturali e/o linguistiche, a vivere questo incontro come un'apertura alla diversità, ad un altro linguaggio (terzo) possibile, in quanto luogo dove il mistero é accolto senza essere interpretato o giudicato e superare i meccanisimi di difesa che impediscono la creazione di nuove vie associative, all'apparizione del nuovo e del creativo.
Difronte a persone che hanno migrato per scelta o per costrizione, obbligate ad esiliare a causa di guerre o persecuzioni, l'Arteterapia puo' costituire un approccio originale favorendo nuove e diverse forme di narratività. Puo' aiutare a esplorare diversi aspetti del vissuto interno delle persone, attraverso la mediazione di un filtro che permette di contornare il confronto diretto del ricordo che a volte puo' essere traumatico.



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